La spiaggia come SOCIAL NETWORK. Questa è l’idea vincente del concorso per l’allestimento di DEMANIO MARITTIMO.KM-278
La quarta edizione della maratona notturna che racconta l’architettura, il design e le arti al km 278 del litorale adriatico, a Marzocca di Senigallia, si svolgerà il 18 luglio 2014
Sono state moltissime le proposte arrivate dai giovani progettisti per il concorso di idee per l’allestimento di DEMANIO MARITTIMO.KM-278, la maratona notturna dedicata all’architettura, al design e alle arti, la cui quarta edizione si svolgerà il 18 luglio 2014, come sempre al km278 del litorale di Marzocca di Senigallia.
Ideato e curato da Cristiana Colli e Pippo Ciorra, e promosso dalla rivista MAPPE – Gagliardini Editore e dall’Associazione DEMANIO MARITTIMO.KM-278 con la collaborazione del MAXXI, Museo delle Arti del XXI secolo, del Comune di Senigallia e con il supporto di un’ampia rete di imprese, istituzioni e associazioni culturali, il progetto prende il via ogni anno con un invito rivolto ai giovani talenti: riflettere sulla spiaggia, come limite del paesaggio urbano contemporaneo, territorio di incontro tra l’identità e l’eccellenza locale e l’orizzonte della creatività internazionale.
I vincitori di quest’anno – selezionati dalla giuria presieduta da Margherita Guccione e composta da Pippo Ciorra, Cristiana Colli, Mario Gagliardini, Daniela Giuliani, Emanuele Marcotullio, Helena Njirisc, Bekim Ramku, Luka Skansi, Ljudmilla Socci, riunitasi il 19 maggio al MAXXI di Roma – sono Andrea Tabocchini(Università politecnica delle Marche), Matilde Mellini (Accademia di Architettura di Mendrisio) e Carolina Biasca (Accademi di Architettura di Mendrisio) con il progetto SOCIAL NETWORK.
Questa è la loro idea per la trasformazione della spiaggia, tramite un’installazione sociale, un’architettura temporanea che si fa dispositivo, capace di connettere una pluralità di temi, idee e prospettive, mettendo in relazione i protagonisti internazionali e il pubblico di DEMANIO MARITTIMO.KM-278: “Un’enorme scenografia che assorbe le ombre degli spettatori facendoli diventare protagonisti dell’ambiente. Reti da pesca che accarezzano chi vi si avvicina, invitandolo ora a muoversi e scoprire, ora a fermarsi e riflettere su immagini fugaci e provvisorie. Un’istallazione per riflettere sulle azioni più semplici dell’essere umano: guardare, ascoltare, muoversi, incontrarsi e pensare. Un’installazione poetica, un gioco di trasparenze e permeabilità, un richiamo alla cultura ed un riferimento chiarissimo alla tradizione, sia naturale che storica. Un’istallazione sociale fatta da pensieri e luce, tempo e suoni, persone e proiezioni. Ombre che danzano, sedute in juta e fieno da spostare, tele bianche su cui dipingere, fogli su cui scrivere, mollette per appendere il risultato. Attraverso gesti puliti e semplici, lo spazio della spiaggia viene reinterpretato con filari di ombre, filari di scritte, filari di reti, generando uno spazio denso ed unificato interrotto solo per ospitare le diverse aree tematiche.”